La La post

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Faccio una serie di premesse che spero non suonino come giustificazioni.
Ho studiato cinema e ho preso 29/30 all’esame di scrittura creativa facendo una recensione su “Parla con lei” di Almodóvar. Però non amo particolarmente farne, anche perché dal 2003, anno in cui scrissi quella perla della critica cinematografica, ne è passata di acqua sotto i ponti, e il modo di interpretare, scrivere e ricercare notizie è completamente cambiato.
Ho fatto un unico post qui sul blog che si avvicina ad una recensione o che comunque parla di cinema, quasi due anni fa quando vidi “Adaline – L’eterna giovinezza”; non proprio un film cult, non uno di quelli senza il quale il cinema avrebbe perso una pietra miliare, a dirla tutta.
E allora perché ho scelto di raccontare proprio questo film? Possibile che in due anni non abbia trovato nulla di più sensazionale, cinematograficamente parlando, di un surreale e melenso lungometraggio di un regista semisconosciuto?
Non l’ho trovato perché è la magia che mi piace raccontare, e per me la magia è quando mi alzo dalla poltrona del cinema e mi sento pervasa da un’aurea incantata che mi fa essere, almeno per una serata intera, immersa nell’atmosfera del film. Il guaio è quando ci sono ancora dentro due giorni dopo.
Ed è come sono oggi, sono venuta al lavoro lalalando, cioè canticchiando ancora i motivetti (si badi bene, non sono canzonette ma vere e proprie composizioni originali) intonati da Sebastian e Mia, ripensando ai tramonti viola su Los Angeles, ai colori abbaglianti degli abiti della protagonista e ai passi di danza con le scarpe da tip tap.

Dovrei premettere per dovere di cronaca che non mi piacciono i musical, eccezion fatta per Mamma mia e Grease, e che quando il film è iniziato con una scena corale sapientemente coreografata mi sono detta “Iniziamo bene”, soprattutto per aver tratto in inganno il mio ragazzo, omettendo completamente che il film fosse catalogato su MyMovies nella categoria Musical.
Il film in questione è La La Land, e se ancora a qualcuno dicesse nulla vi do in breve alcune informazioni: la pellicola è interpretata da Ryan Gosling ed Emma Stone, ha appena vinto 7 Golden Globe ed è candidato a 14 premi Oscar, record che fino ad ora spetta solo ad “Eva contro Eva” e “Titanic”.

C’è un altro filo conduttore con Adaline in questa mia voglia di scrivere e di parlarvi di questo film: la mia passione smodata per i protagonisti, qualsiasi cosa essi facciano. Per esempio prendiamo Blake Lively, protagonista di Adaline appunto; questa estate (e già il fatto che un film esca in estate è tutto un dire) è uscito un suo film di cui era unica protagonista, “The Shallows”, una sorta di squalo moderno ma fatto peggio, ed io tornata dalle ferie non ho fatto altro che cercare qualcuno che mi accompagnasse al cinema a vederlo. In sala eravamo praticamente io, mia madre e lo squalo.
Stesso discorso vale per Emma Stone e Ryan Ryan Gosling.
Confesso di non aver mai visto “Spider-man”, ma quando l’ho vista in “Magic in the Moonlight” a fianco di Colin Firth e in “Irrationl Man” (entrambi di Woody Allen tra l’altro) non ho potuto far altro che adorarla. Di lei adoro la bellezza eterea, il colore dei capelli, gli occhioni verde ottanio e un’innata classe e stile nell’indossare qualsiasi cosa. E la Mia di La la land ne è la prova.
Su Ryan Gosling credo abbia già detto tutto Selvaggia Lucarelli, non vorrei rubarle la prerogativa. Aspetto estetico a parte, credo che Gosling sia un uomo d’altri tempi, riservato, mai sopra le righe, garbato, ci ha fatto innamorare tutte in “Le pagine della nostra vita”, in “Blue Valentine” e, datemi retta signore, continua a farlo nel ruolo di Sebastian in questa sua ultima fatica.

Guardate le mani che si muovono leggiadre sui tasti del piano, sono le sue. Ha studiato pianoforte ogni giorno per mesi per non avere controfigure. Cosi come insieme alla Stone, ha preso lezioni di canto e ballo, tip tap compreso.
Insomma loro due insieme hanno reso possibile, insieme al genio del giovane regista Chazelle, la magia che mi pervade ancora oggi. E non è affatto male iniziare una nuova settimana invernale permeati di una sensazione così piacevole che solo lo spettacolo e le cose belle sanno lasciare.
La storia, d’amore, seppur bella e per nulla banale, prende ma rimane sullo sfondo, per la prima volta forse è la storia ad essere il backgrond della musica, e tutto ciò mi piace parecchio. Piace a me che non capisco nulla di musica, tantomeno di jazz, piacerà anche a voi.

Vi piaceranno le citazioni cinematografiche e i rimandi ai musical del passato, di cui non ricorderete esattamente scene e passaggi, ma che proverete a ricordare (a tal proposito date un’occhiata a questo video).
Vi piacerà Los Angeles, e se ci siete stati e come me non l’avete amata, direte “Ah però ma era così bella e poetica Los Angeles ed io non me ne sono accorta? Dovrò ritornarci”.
Vi piacerà il vestito azzurro che Mia ruba all’amica, ma a pensarci bene forse più quello giallo con cui balla alla Singing in the rain, o forse no vi piacerà più quello verde, o magari quello bianco. Vabbè va’, già lo so vi piaceranno tutti (e come me sarete già su Asos a cercarli).

Vi piacerà il film ma non è detto.
Quello che piacerebbe a me, a prescindere, è che andrete al cinema a vederlo spinti da questo post, che l’abbiate trovato un po’ magico e abbiate pensato che provare a cercare un po’ di incanto intorno a voi alla fine non costi nulla…in fondo cosa sono 8 euro per vivere un incantesimo che può durare 2 ore, ma anche 48 come è successo a me.

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