I pois mi danno gioia, che siano essi in bianco e nero o colorati, mi mettono proprio allegria. Al tempo stesso, se li applico al quotidiano, o all’intero arco della mia vita, i pois delineano delle zone d’ombra o di colore, all’interno di un arco temporale…come se il tessuto tinta unita fosse la mia vita, lo scorrere del tempo e i pois gli avvenimenti più o meno belli, colorati o no, che hanno riempito quel tessuto tinta unita.
Ecco in questo mio mondo a pallini, io non sono un’esperta di moda, pur avendo un mio personalissimo stile, né di viaggi, pur avendo girato in lungo e in largo il mondo (almeno per un certo periodo della mia vita) e amandoli follemente, né di cucina, pur essendo in primis una buona forchetta e una cuoca versatile, purché da versare non ci sia l’impasto dei dolci nello stampo.
Tutto questo segna un punto a mio sfavore alla mia scalata tra le blogger più influenti.
Ma soprattutto non ho una Reflex, altro mio punto debole non da poco. Ho la presunzione di poter far sopravvivere il mio blog con le foto che scatto con l’Iphone, quelle che più o meno stupidamente posto su Instagram. Al massimo, ma proprio al massimo, potrei pensare di comprarmi uno di quei simil cavalletti che si reggono con la mano mentre si cerca di assumere la posa migliore. Se le mie scarse capacità di coordinamento me lo consento potrei fare delle foto niente male lo stesso.
Nel frattempo, annoto qui i miei pensieri come piccoli elementi decorativi tondi (il cerchio mi è stato sempre troppo simpatico) , che mi fanno sentire ogni giorno in bilico tra Minnie Mouse e Brigitte Bardot.