5 tormentoni di cui non se ne può più

Lo so che è quasi Natale e dovremmo essere tutti più buoni, ma proprio per questo, visto che a breve (ops, ma che a breve, lo siamo già!) saremo invasi da alberi, lucine e idee regalo, permettermi di esternare un pensiero, o meglio 5 pensieri  su altrettanti tormentoni di cui veramente non se ne può più.
Dalla mia finestra sul mondo, che in questo caso è Instagram (il social che ha ormai definitivamente surclassato Facebook e spiazzato Pinterest), l’unico inimitabile specchio sulla realtà e sulla vita di coloro che seguiamo, ho potuto accertare che ci sono in questo esatto momento storico 5 cose che non sopporto più di vedere quando scorro la mia timeline di Instagram.

1- Calzini con fiocco
Non posso credere che a noi ragazze improvvisamente sia venuta la voglia di tornare bambine percorrendo però la strada dei ricordi attraverso uno degli accessori più brutti che da bambine ci appioppavano: il calzino basso con volant o fiocchetto. Invece è proprio così, da quando Calzedonia ha sfornato questo gingillino, molto amato soprattutto nella tonalità più in voga del momento, il burgundy,  questa mania ha completamente pervaso e invaso non solo la nostra bacheca di foto ma anche i nostri cassetti. Che poi a dirla tutta a meno che non si abbia la caviglia di Olivia Palermo o di Olivia di Braccio di ferro, e io personalmente non ce l’ho, il calzino basso adornato intozza chiunque; forse perché presuppone una scarpa bassa, sneakers o mocassino, indossata con pantalone corto e stretto, che rischia il più delle volte di fare effetto cotechino pronto per la lenticchiata del 31.

2- Le scarpe di velluto
Mi piace molto il velluto e mi piace il fatto che sia tornato di moda. Lo adoro nelle texture scure, soprattutto bordò e verde, meno in quelle pastello tipo il rosa. Altrettanto mi piacciono le scarpe in velluto, nei vari modelli e nei vari colori. Le ho anche cercate, a buon prezzo sia chiaro, su Zalando e su Asos, con scarsi risultati, nel senso che alla fine non le ho prese. E’ che mi sembrano abbastanza importabili, in inverno mi fanno freddo e in estate mi fanno caldo, col calzino pesante sotto manco a parlarne (figurarsi con quello col fiocchetto di cui sopra). Eppure sembra che a farmi di questi crucci io sia la sola, visto che non c’è fashion addicted che si comandi che non abbia fotografato, almeno una volta, i propri piedini con su un paio di Mary Jane o platfond in velluto. A pensarci bene un paio ne ho anch’io: delle graziose ciabatte da casa in velluto blu con tanto di pietre tono su tono applicate cortesemente donatemi dalla mia amica Corina.

3- Foto sul letto con cosce de fori e calzino figo
Il calzino potrebbe anche, nuovamente, essere quello basso col fiocco, purché ci sia. E’ uno degli elementi base della composizione. Si perché la foto dall’alto con gambe nude e calzino non è né un oggetto né una semplice istantanea, è un opera d’arte, la nuova frontiera della natura morta 2.0. Roba che se fosse vivo Caravaggio altro che mele, uva e canestri, adesso agli Uffizi avremmo trovato esposto una bella “natura morta presa dall’alto con donzella con maglione lungo, cosce nude e calzettone”. Non so se per me resta più il mistero della gamba affusolata senza imperfezioni, venuzze e spuntoni vari, le lenzuola perfettamente candide e tirate oppure lo scatto dall’alto. E allora mi chiedo: hanno tutte un drone sul letto o il fidanzato trampoliere?

4- Gilmore Girls
Per me rimane “Una mamma per amica” altro che “Gilmore Girls”, però non so esattamente il perché adesso nessuno chiami più questa serie col nome con cui tutti la chiamavano dieci anni fa. Caruccia si, un passatempo leggero da vedere, magari proprio con mamma, prima di cena. Ma nulla di più, non è mai stata una vera e propria serie cult e sinceramente faccio fatica ora a capire il perché di tanta attesa e tanta fibrillazione per il suo ritorno sugli schermi. Sarà perché a lanciarne il revival è stato Netlix, la piattaforma di streaming on demand più famosa al mondo e più cool del momento (la stesso di “The Crown“); sarà che siamo tutti un po’ voyeur e ficcanaso e abbiamo voglia di sapere come procedono le vita di Rory e mammà; sarà che la produzione, la Warner Bros, è riuscita a tenere alta l’attenzione sulla nuova serie e sulla sceneggiatura e quindi si è atteso un risultato wow;  mmm, no niente di tutto ciò mi convince…sarà di sicuro Neflix.

5- Unicorni e fenicotteri rosa
Animali mitologici gli uni, protetti gli altri. Simbolo di saggezza l’uno di eleganza l’altro. Abbiamo trascorso tutta l’estate a vederli galleggiare nelle piscine dei villoni delle località di vacanza, con su i sederini delle influencer di tutto il mondo. Hanno fatto da cover ai nostri smartpone e da sfondo ai nostri desktop, e adesso che si avvicinano le feste di Natale li mettiamo in un angolo per fare posto a Babbi natale qualsiasi, ghirlande dorate ed elfi, per poi ritirarli fuori al primo accenno di sole. Eh no non si fa così, lancio ufficialmente un appello contro l’abbandono di unicorni e fenicotteri.

Sua maestà il venerdi: Follow Friday, Casual Friday, Black Friday

Se è vero che il venerdì è il nuovo sabato, che come cantano i The Cure il venerdì si è innamorati (Friday I’m In Love), e che proprio in questo giorno la workweek termina al tramonto catapultandoci ufficialmente nel week end (letteralmente working week in inglese, la nostra settimana lavorativa), ho pensato di rendere omaggio a questa giornata con tre rendez-vous ormai di uso comune che le celebrano, nella vita reale e in quella virtuale.

Sia per i paesi latini che per quelli anglosassoni è il giorno consacrato a Venere, dea dell’amore, della bellezza e della fertilità, è stato per anni associato ad un giorno infausto poiché, per i nostri avi romani, era quello del pagamento delle tasse; ma soprattutto, è considerato un giorno triste per essere il giorno della morte di Gesù.
Per non parlare delle credenze popolari che girano intorno al venerdì 13 e al venerdì 17.
Ma lo sapevate invece in che giorno della settimana Cristoforo Colombo ha scoperto l’America? Era proprio un venerdì ed è per questo c’è chi lo considera un giorno fortunato (indipendentemente dalla data in cui cade). In Sicilia addirittura a chi nasce il venerdì viene dato l’appellativo di “vinnirinu” (“venerdino”), colui che da grande diventerà un uomo valoroso e fortunato.

Follow Friday

E oggi che significato assume il venerdì? Per chi come me è un Instagramers addicted o appassionato di Twitter,  il venerdì non può che essere associato al Follow Friday. Noto anche come #FF, in una traduzione approssimativa  potrebbe suonare come «il venerdì delle persone da seguire» o «le persone da seguire del venerdì». Le ragioni e i meriti possono essere vari, o molto più banalmente può non esserci una ragione vera e propria, anche perché spesso e volentieri l’invito ad essere seguito viene fatto dall’utente stesso alla cerchia dei suoi potenziali follower.
L’hashtag #FollowFriday divenne trend topic nel 2009 grazie a @micah, al secolo Micah Baldwin, e subito dopo, vista la necessità di sintesi imposta dai 140 caratteri dei tweet, è diventato #FF.

Casual Friday

Chi di voi lavora in uffici, magari di respiro internazionale, di più o meno grandi dimensioni, sa già di cosa sto parlando. Il Casual Friday è la cosiddetta giornata di relax in ufficio (se poi il capo non c’è è ancora meglio).  Di chiara origine americana, il Casual Friday, conosciuto anche come Casual Day o Dress – down Friday, non è altro che la regola secondo cui il venerdì si può andare al lavoro con vestiti informali senza l’obbligo di indossare giacca e cravatta. E’ chiaro che il principio è valido nei limiti del politically correct: se il mondo è bello perché vario c’è da sperare che al nostro collega non venga in mente di presentarsi con la tutozza da casa sdrucita e che la nostra dirimpettaia di scrivania non decida di arrivare in ufficio già pronta per il party serale.
La realtà è che, soprattutto negli USA, dove molti colletti bianchi hanno l’obbligo di portare completi, cravatte, camicie e pantaloni eleganti, il Casul Friday  consente loro di vestirsi, il venerdì, come meglio credono, di scialare insomma, e di sentirsi già quasi calati nella loro meritata pausa del fine settimana.
E voi, oggi che è venerdì, avete adottato il vostro informal dress code?

 

Black Friday

Veniamo ora all’attualissimo Blak Friday. Attualissimo perché proprio da oggi iniziano le vendite promozionali che fanno impazzire tutti gli appassionati di shopping online.
Ma vediamo meglio di cosa parliamo. Il Black Friday, tradotto letteralmente con venerdì nero, è il primo giorno dopo il Thanksgiving Day, il Giorno del Ringraziamento, celebrato negli Stati Uniti il quarto giovedì di novembre. Il Black Friday è la linea di partenza da cui iniziano ufficialmente gli acquisti riservati ai regali di Natale, ed è per questo che è un avvenimento molto importante dal punto di vista economico e finanziario.
La cosa curiosa sta proprio in questo: dopo aver notato tutto questo movimento e afflusso di persone nei negozi, già in tempi non sospetti il traffico nelle città era talmente congestionato da paralizzarle, tanto che a Philadelphia coniarono il termine venerdì nero. Non si sa però se sia associato il colore nero a questo giorno solo per questo motivo. Infatti pare che in questo venerdì le vendite schizzino talmente in alto da far cambiare il colore dei quaderni dove i contabili annotano i dati di fatturazione: dal rosso colore delle perdite, al nero,  colore dei guadagni.

Facile immaginare come da oggi al 25 novembre (data in cui cade il Black Friday quest’anno) i grafici d’acquisto di Amazon in primis (che ha già iniziato da qualche giorno gli sconti), ma anche di Zalando, Pimkie, Ebay, Alibaba, solo per citarne alcuni, saranno tinti solo da un colore, il nero.
Ma attenzione perché gli affari non sono solo online; moltissimi negozi e centri commerciali offrono a prezzi ridotti gran parte della merce, con una tendenza che si sta ormai diffondendo anche in Italia e chi di fatto anticipa i saldi di gennaio, con la differenza che i prodotti scontati sono della nuova stagione.
N:B. Per chi non dovesse riuscire a cogliere al volo queste occasioni, il lunedì successivo al Black Friday, c’è il Cyber Monday!

Insomma ce n’è davvero per tutti… Signori e signore, sua maestà il Venerdì/ Friday!

Websfottò

E’ iniziata ufficialmente l’era dello Websfottò, ovvero l’epoca in cui gli addetti ai lavori gioiscono per i loro esordi francamente opinabili che fanno scatenare il web.
Il fatto che l’Italia intera si scateni di fronte a spettacoli e debutti trash, che siano essi programmi tv o siti web, fa brindare al successo ormai ministri sfidatutti, conduttori patinati e produttori vari.
Ma procediamo per gradi. Era nell’aria dalla scorsa settimana, anche se la conferma si è avuta solo venerdi : #forteforteforte il nuovo (?) talent di Miss Tuca Tuca alias Raffaella Carrà è partito in sordina altro che forte forte! Ahi voglia a cantare Ce la farò, il quartetto di giudici ce la può fare al massimo ad intonare “Nella vecchia fattoria” del Quartetto Cetra. Un programma urlato, sconclusionato, sorpassato che nulla ha da aggiungere e al contempo nulla ha da togliere alla tv italiana. Aggiunge molto invece al popolo del web. Aggiunge molto a tutti coloro che come me sono lì pronti a cinguettare a forza di live twitting.
Eh si perché nel giro di un’ora dall’inizio del programma orde di cinguettatori incalliti o sparuti twittanti del venerdì sera sono lì a far schizzare #forteforteforte in cima ai trend topic. Gli stessi che si immagineranno poi una Carrà affranta a cui si ammosceranno le spalline, un Philip Plein con la corazza del giacchetto di pelle ammorbidita, un’Asia Argento a cui si sciolga il cerone alla Marilyn Manson e un Joaquin Cortes che sbatta talmente forte la scarpetta da flamenco da far venire giù il teatro.
Invece il trend è cambiato, se il programma fa flop ma Twitter ti porta al top delle tendenze sei forte, non forte forte forte, ma quanto basta per gridare vittoria.

La stessa vittoria che ha gridato il Ministro Franceschini il quale si è rallegrato per gli accessi, l’ironia e le critiche a poche ore dal varo del nuovo portale dal maccheronico titolo #Verybello. Il sito web su eventi e cultura in Italia dovrebbe condurre italiani e turisti verso l’Expo, ma la versione in inglese arriverà very soon.

Last but not least
tanto per rimanere maccheronici, l’exploit della prima puntata dell’Isola dei Famosi targata Mediaset. Se fosse stata targata Tele Maremma capivo pure, con i naufraghi che da Piombino dovevano raggiungere Capraia e la conduttrice fosse stata prestata dall’ultimo rodeo di butteri , ma qui stiamo parlando di quello che avrebbe dovuto essere il programma di punta della programmazione invernale di Mediaset e si è trasformato in un penoso quanto imbarazzante siparietto. La Marcuzzi sembrava un mimo, non faceva altro che fare facce come a dire “che volete da me, lasciatemi tornare a tubare col mio nuovo marito” e ad aizzare l’orecchio per sentire che aveva da dire quel poveraccio di Alvin che è l’unico che c’ha rimesso.  A casa eravamo tutti lì attoniti, dapprima per le scarpette da scoglio di Valerio Scanu che forse immaginava di andare a cozze a Porto Venere, e poi per l’assoluta inutilità e incapacità di fare qualcosa della Marcuzzi. Ma intanto l’hastag #Isoladeifamosi raggiungeva la vetta dei topic. Nel frattempo quella megera della Ventura lucidava le paillettes dell’ultimo vestito volgarotto dell’ultima edizione dell’isola e si autocelebrava sui social.
Era tutto piuttosto surreale, con la Venier che aveva già chiamato il ristorante per ordinare un piatto di bucatini e la Marcuzzi coi capelli fonati di corsa a testa in giù (senza neanche il diffusore). Ma lo staff dell’Isola evidentemente ci ha trovato una nota positiva, tanto da twittare per tutta la giornata di oggi frasi del tipo “Ecco i momenti più twittati ieri sera” e “Ieri sera oltre 81mila tweet per @isoladeifamosi. Una vera tempesta”.

Evvabbè, contenti voi, contenti tutti.

Barbie Kate

Sia chiaro per le bambine che stanno scrivendo la lettera a Babbo Natale: Barbie Kate non è in vendita. E’ un modello introvabile, il cui unico raro esemplare si trova al di là della Manica. Barbie Kate è una bella bambola con lunghi e fluenti capelli castani, occhi verde scuro, gambe sottili e affusolate, lato b sodo e fattezze gentili. Sono molteplici gli outfit forniti dalla casa produttrice di giochi Windsor per vestirla, pettinarla e truccarla. Dagli abiti eterei ai cappottini colorati, dai vestitini a ruota ai tubini istituzionali. Barbie Kate è sempre perfetta, mai un capello fuori posto, mai un collant troppo velato o troppo pesante, mai una scarpa che stoni. Proprio ieri è uscito un nuovo modello, Barbie Kate con la tuta, con tanto di cappuccio.
Esiste anche un particolare accessorio che permette di applicare a Barbie Kate la pancia, di modo che giocando, si possa decidere se farla essere o meno in attesa di un Royal Baby. E anche nel caso di Barbi Kate pregnant sono a sua disposizione molti abitini pre-maman che non compromettono assolutamente la sua eleganza e il suo regale portamento. Il bambolotto reale non è ancora in produzione, ma viste le ultima immagini di George, i designer si stanno apprestando a mettere al più presto un tenero bimbo biondo scuro con le guanciotte rosse e la faccia da birbante, con salopette tirolese e scarpe coi buchi. Pare che dall’aprile 2015 possa arrivare a fargli compagnia anche una bambolotta reale, i cui lineamenti non sono ancora stati resi noti.
Barbie Kate ha a disposizione completi adatti per ogni occasione e per ogni paese del mondo: se per esempio Barbie Kate è alle Hawaii allora lei può essere abbigliata con corona di boccioli e abito floreale, se invece va in Australia è pronta ad indossare il tipico cappello a falda larga, se va in India ecco pronto per lei il sari…
E poi come tutte le bambole è sempre sorridente, anche quando si annoia, anche quando presenzia a rigide cerimonie o noiosissime presentazioni. Gli unici momenti in cui si è scomposta non sono dipesi da lei. Le è capitato per esempio di essere sulla scaletta dell’areo e che una folata di vento le alzasse il vestitino rosso, oppure che fosse al mare e le cadesse giù il pezzo sopra del bikini. Ma insomma, a quale bambola, che si cambia continuamente, ed è sempre pronta e perfetta per l’evento successivo, non è capitato un piccolo incidente di percorso?  Io non sono di certo Barbie Sua Maestà, ma glielo perdono!

Paradisiache visioni

Esiste un tempo e uno spazio in cui tutto è candido e rarefatto, in cui tutto è incantevole e assume toni pastello. Quasi fosse un mondo a parte, un mondo incantato. E’ il mondo di Instagram, o meglio di certi profili Instagram. Si perché forse ogni profilo sul social network fotografico, assomiglia un po’ a chi lo cura.

Ce ne sono certi cupi e confusionari, alcuni pieni di frasi rubacchiate qua e là, altri fatti di selfie e foto di braccialetti e chincaglierie varie.
Sono sincera io Instagram lo adoro. Sarà perché è diventato la nuova frontiera del vouyerismo, un voyerismo lecito però, che ha sdoganato un sacco di remore dalla Finestra sul cortile di Hitchcock in poi.
Tutti ci sentiamo un po’ artisti in quel marasma di finestrelle colorate che compongono il puzzle delle nostre foto. Ma parliamoci chiaro, non è proprio così.
Io le mie “artiste” lì sopra le ho trovate. Non so se è un caso che siano tutte donne. Sono per me la nuova espressione della fotografia contemporanea, un poker d’assi dell’istantanea social.
Si tratta di quattro Bloggers/Instangramers in gonnella che rispondo ai nomi di: elena_grazia_it, sonia_grispo e valentina_grispo, silcre.
Il loro stile pur differenziandosi in alcune caratteristiche è a metà tra lo shabby chic e la nouvelle vague, dove la luce, il bianco e i colori si fondono e si confondo per dare vita ad un so che di onirico.
C’è un problema però. Ogni volta che apro il social e scorro le loro foto, la mia autostima sprofonda. A partire dalla colazione. Le loro petit déjeuner, anche se mangiano solo latte e cereali, sembrano quelle di Marie Antoinette, fatte di tazze meravigliose e tovagliette decor. Io nel frattempo mangio una merendina mentre da casa raggiungo il lavoro a piedi. Passiamo poi alla mattina lavorativa. Loro scorrazzano tra Milano, Roma e Catania in mise eleganti, ricercate e particolari e si fanno foto in angoli della città con in dosso l’ultima tendenza del momento beccate nella loro posa migliore proprio, guarda caso, mentre passava un venditore di palloncini pastello; io sto tutto il giorno chiusa in un open space a discutere col vicino di scrivania sull’apertura o meno della finestra. E vi assicuro che da quella finestra non si vede fiori color pastello, ma un muro beige. Ecco i fiori. Loro si comprano peonie e tulipani (da sole) e ci imbandiscono la tavola. Io a casa non credo neanche di avere un vaso. E le loro case sono meravigliose. Curate nei minimi dettagli, loro pensano già agli addobbi natalizi, io scorrazzerò la mattina del 24 dicembre alla ricerca dei regali e degli orpelli dell’ultimo secondo.
E che dire di quando si allenano o fanno sport…anche lì sono sempre perfette, sempre col sorriso sulla bocca anche dopo 10km, non sono né sudate né paonazze, e le loro mise sportive sono perfette. Anche se fluo anziché pastello. Il mare delle loro vacanze è sempre più celeste di quello delle mie, così come il verde dei loro prati e persino il grigio delle loro città è più grigio.
A scanso di equivoci, loro non vanno a serate mondane, se non ad incontri ed eventi a cui sono invitate a ricoprire un ruolo (e sono comunque sempre trendy e a loro agio). Loro prediligono le serate con gli amici, le cene buone, la compagnia giusta nel ristorante/locale giusto. E il cibo giusto, che fotografano sempre in maniera che salteresti nella foto per assaggiarlo. Che non è mai sopra le righe, proprio come loro. Io le seguo e le ammiro perché sono sempre entro le righe seppur con una loro identità e originalità.