Ovvero una mia breve incursione negli anni ‘90
Ridatemi gli Acqua, ridatemi Sliding Doors, e fate risuonare Truly, Madly, Deeply. Tenetevi pure le Spice Girls e i Take That che a parte essere stata una colonna sonora imposta per me non hanno fatto molto altro.
Rivoglio Beverly Hills e le Hit mania dance da ascoltare nel mio stereo con l’auto reverse, fare un giro sul mio Si color canna di fucile (e con la forcella larga, nonostante fosse fuori moda non l’ho mai fatta stringere).
Ma ridatemi pure tutti i fighetti del paese che giravano con il loro SR Replica.
Rivorrei indietro anche quel floppy disk che per sbaglio infilai in una fessura sbagliata del pc che il mio professore dovette smontare per recuperarlo. Vorrei poter tornare in edicola e comprare Cioè a 500 lire dopo la messa delle 10 la domenica, magari indossando uno di quelli elasticoni di stoffa goffrata dai colori fluorescenti.
Abolite per sempre le Cult ma ridatemi il bomber con l’interno arancione, o il Barbour e la sua puzza di grasso di balena; i 501 no che mi facevano il sedere strano.
Tenetevi pure la Onix e quelle orrende bambolette che proponeva sulla maglie ma rimettete in commercio la Swish, che ne indosso ancora una salopette- vestito datata 1996.
Ridatemi lo Swatch, quello Pop però, o lo Scuba. Vi lascio volentieri Mai dire gol e Aldo, Giovanni e Giacomo che non m’hanno mai fatto ridere, piuttosto fatemi fare quattro risate davanti al Pippo Chennedy Show. Risintonizzate anche MTV per favore.
Vorrei anche una Smemoranda su cui appuntare i miei pensieri, ma senza scritte, di quelle cicciotte e colorate per intenderci, di quelle con il nome mio + il nome suo e il FOREVER scritto a caratteri cubitali. Che poi io e quel lui dell’epoca della Smemoranda, altro che per sempre, non siamo arrivati insieme neanche al portone della scuola.
Fatemi rivivere quel gruppo di amici che si riuniva in piazza davanti al Bar dello Sport, che sgasava alla Barriera, che organizzava cene, serate e pomeriggi. Dove c’era sempre qualcuno che comandava e qualcuno a cui non andava bene niente, che a volte si litigava pure e qualcuno minacciava di andarsene ma poi tornava sempre ed era sempre uno del gruppo. Fatemi organizzare uno di quei Capodanno lì, in campagna di qualcuno a cercare di imitare gli adulti cucinando i piatti di casa nostra, ma essendo talmente ragazzini da fare la scorta di alcolici per sentirci davvero grandi.
Rimettiamo quel pupazzo di paglia da bruciare in mezzo al campo per spazzar via le cose che non ci sono piaciute nell’anno che si conclude e spianare la strada al nuovo. All’epoca forse volevamo cancellare un brutto voto a scuola e sperare che nell’anno nuovo chi ci piaceva si sarebbe messo con noi. E se non era il fuoco a bruciare i dispiaceri e ad accendere le speranze, c’eravamo noi con la nostra leggerezza e il pieno dei nostri sogni a fare il resto.
Allora domani facciamo così: prendiamo, simbolicamente, anche solo uno stuzzicadenti e bruciamolo. Torneremo per un attimo a quelle feste in campagna ma soprattutto ci ricorderemo di come eravamo capaci, seppur più giovani e immaturi, a perdonare e a perdonarci gli errori, ad amare ed amarci e a sperare.
Facciamolo ogni nuovo anno come allora.
Buon anno!