Fenomeno selvaggio

Non capita a tutti di essere provviste dalla nascita di un nome che è già un nome d’arte. Se poi capita anche di essere dotate di un aspetto più che gradevole corredato da una quarta di reggiseno, il gioco è fatto. Si, se il tuo scopo è fare la soubrettina o molleggiare con la suddetta fornitura di fronte alle telecamere di qualche reality di seconda mano. Che poi anche lì secondo me un po’ di testa ci vuole. Non escludo per esempio che Belen Rodriguez possa avere un QI di poco inferiore a quello di Margherita Hack. Diciamo che non credo si possa avere successo, in nessun campo, seppur aiutati da bellezza, fortuna e spintarelle varie, se non si ha la testa. Ecco lei, Selvaggia Lucarelli, la testa ce l’ha. E il fatto che su quella testa abbia dei lunghi capelli castani fluenti che lei dice di farsi mettere in piega dai cinesi, e due zigomi sempre incipriati di blush color pesca, non è altro che l’ennesima prova di quanto quella testa funzioni bene.
Lei il blog non l’ha aperto nel 2012, lei il blog lo ha aperto nel 2002. All’epoca Chiara Ferragni avrà finito si e no le elementari e l’unico diario che usava era quella della compagna di banco su cui scriveva Tvtb.
Selvaggia, mai nome fu più esatto, è colei che si può permettere di intaccare e ronzare come una zanzara nell’orecchio di sfingi televisive del calibro di Barbara D’Urso, Simona Ventura, Cristian De Sica, Sandro Mayer, di andare a portare scompiglio dove di solito tutto è calibrato al massimo con lo scompiglio dei capelli di Milly Carlucci. Tutti la querelano, la evitano, le danno della sciacquetta, ma lei non la ferma nessuno. Più la querela arriva da un untouchables dello star system più lei si fomenta. E scrive un libro. E gira l’Italia intera per presentarlo. E mentre presenta, firma autografi e sorride ai flash, incontra anche l’amore. E mostra e dimostra che è umana anche lei, ma non un’umana qualsiasi, perché mentre dilaga la moda del toy boy lei batte tutte anche li. Il suo toy boy non è un modello tutto muscoli e capello impomatato, il suo toy boy, oltre ad essere un gran bel figliolo, è l’unico esemplare di sesso maschile che a 24 anni ragiona come uno di 42, che cura la comunicazione del PD di Bologna con la stessa maestria e nonchalance con cui due estati fa curava le pr del Cocoricó di Riccione. Fornisce materiale apparentemente semplice per farsi criticare da un’ex ragazza di Non è la Rai e dal tronista caduto in malora. Intanto lei è sempre più selvaggiamente sulla cresta dell’onda, tanto da essere chiamata ad animare programmi ansimanti della domenica pomeriggio, neanche fosse la teina nel the delle cinque.
E lei in quelle foto sempre ammiccanti continua a guardarti come se ti dicesse che mi importa del mondo!

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